26.9.11

"Un volto che era un paesaggio"

Il viaggio alla (ri)scoperta delle leggende cinematografiche più importanti della storia riparte oggi da un gigantesco interprete, divenuto insieme ai suoi baffi uno dei volti più riconosciuti -e riconoscibili- della settima arte.
Signori e signore, Charles Bronson.
Sentite già il nome!
Un nome che ti riempie la bocca, un nome imprescindibilmente iconografico tant'è che risulta impossibile, mentre si pronuncia o si pensa, non figurarsi quei baffoni neri e quei magnifici occhi azzurri.





Personalmente ho nel cuore la sua interpretazione nel Giuztiziere della notte, che insieme a mia madre, da ragazzetto, guardavo ogni volta la passavano in tv.
E ricordo che, già allora, mi impressionò molto il suo particolare viso, con quelle rughe disegnate vicino a due baffi neri come la pece e con sopra, a far da contrasto, due occhi da far invidia a Paul Newman.
Numerosi i film a cui prese parte -quasi sempre con ruoli "secondari" e mai da pieno protagonista, a parte la saga del Giustiziere- e tra i più famosi di questi ricordiamo, Quella sporca dozzina, C'era una volta il west e Il giustiziere della notte.
Personaggio granitico e dall'aspetto burbero e un po' folle, fece di un unico personaggio -quello dell'eroe solitario e taciturno- un personale marchio di fabbrica che ripropose in quasi tutte le pellicole a cui partecipò.
Che sia western, western metropolitano, poliziesco o noir.

Che solchi, ragazzi

Muore divenendo leggenda il 30 Agosto del 2003 a Los Angeles, per una polmonite fulminante.
Addio Charles, mi ero dimenticato che eri morto questo è vero, ma non scorderò mai di averti conosciuto.


Questo post, in parte, è dedicato a Frank.
Noi sappiamo.

5.9.11

Scacco (al) matto

Genio e sregolatezza.
Mai come in questo caso queste due parole sono riuscite perfettamente a descrivere l'immenso, stratosferico, granitico, indistruttibile personaggio a cui sento di dover questo blogosferico tributo.
Robert James Fisher aka Bobby Fisher, classe '43, il più grande scacchista mai esistito e unico americano di nascita ad aver conquistato il titolo di campione del mondo, interrompendo -in piena guerra fredda- l'egemonia della Madre Russia in ambito scacchistico.

Fisher qualche anno prima di impazzire e diventare così, uno dei miei idoli assoluti
Persona dotata di un enorme intelligenza e rapidità di calcolo -dopo la quinta mossa si creano qualcosa come 300'000 possibili combinazioni- viene anche ricordato per il suo carattere estremamente ribelle, per la sua misantropia paranoica che lo ha accompagnato negli ultimi anni di vita e per un senso di integrità morale da far impallidire un frate.
Tra il Luglio e l'Agosto del '72 Fisher si trova, grazie una serie di vittorie senza precedenti nei campionati americani, a concorrere con il russo Spasskij per il titolo di campione del mondo.
Questo incontro venne definito dai media dell'epoca come l'incontro del secolo oltre che per la caratura dei personaggi, anche e soprattutto, per la valenza propagandistica che l'evento si portava dietro.
Durante le fasi dell'incontro Fisher mise a dura prova la pazienza degli organizzatori richiedendo, e ottenendole sempre, le più disparate condizioni di gioco, come l'impedire alle donne presenti al match di camminare con le scarpe con i tacchi o proibendo la vendita di caramelle perchè il rumore al momento dello scartarle lo deconcentrava e innervosiva.
Arrivò persino a richiedere lo smontamento della sua poltrona da gioco, fornita dagli organizzatori su sua precisa scelta, per paura che contenesse qualche ingranaggio o leva in grado di distrarlo.
Dopo un inizio difficile, dovuto più che altro alle sue bizzarrie, vinse con uno schiacciante 12,5 a 8,5 e Spasskij e tutta la Russia dovettero inchinarsi al nuovo campione del mondo americano.
Dopo questa vittoria Fisher divenne una celebrità mondiale ricercata da show televisivi e sponsor, ma lui per effetto contrario si isolò dal resto del mondo non concedendo più interviste a nessuno.
Si dice che un noto marchio distributore di latte gli propose di sponsorizzare i loro prodotti sotto generoso compenso di 1,5 milioni di dollari, ma che lui declinò l'offerta rispondendo semplicemente: "Signori, ma io non posso sponsorizzare il vostro latte, il mio preferito è di un'altra marca."
(Non come oggi, dove le nostre "celebrità", se ben remunerate, sarebbero disposte a publicizzare anche gli snack fatti con mestruo e guano di piccione.)
O sei pazzo o hai due palle così.
Probabilmente tutte e due.

La metamorfosi di Kafka Fisher

Nel 1975 si rifiutò di difendere il titolo contro lo sfidante Karpov sempre per via di alcune sue richieste non soddisfatte, perdendo il trono degli scacchi e finendo definitivamente nell'oblio.
Per quasi 20 anni non si hanno sue notizie e nessuno sa dove si trovi.
Ma come la fenice che risorge dalle proprie ceneri anche Bobby, con una mossa ad effetto delle sue, torna ad essere al centro dell'attenzione pubblica accettando di concedere la rivincita in Jugoslavia -che a quei tempi subiva un duro embargo dall'O.N.U.- , esattamente 20 anni dopo, siamo nel '92, al russo Spasskij.
Gli Stati Uniti gli proibiscono di partecipare al match -in quanto l'embargo comprende anche sanzioni sportive- spedendogli un telegramma ufficiale dal Dipartimento di Stato.
Ed è qui che Fisher arriva al suo massimo punto di irriverenza ed anarchia, compiendo un gesto di tale ribellione che quasi commuove:


Vince e viene incriminato dagli Stati Uniti, dove non potrà più mettere piede da uomo libero.
Sparisce di nuovo nel nulla, salvo piccole e sporadiche incursioni radiofoniche dove, invitato per parlare di scacchi, finisce sempre con lanciare deliranti invettive contro una sorta di complotto mondiale ordito ai suoi danni. 
Nel 2004 viene arrestato a Tokyo, sotto ordine degli Stati Uniti, per la famosa rivincita in terra slava e per il ancor più famoso sputo su telegramma in conferenza stampa.
Pochi mesi e viene rilasciato.
Si trasferisce in Islanda dove visse nel più completo isolamento fino al giorno della sua morte.
Non giocò mai più a scacchi, almeno ufficialmente.

"Mi piacciono i kamikaze, Hitler e le ragazze con le tette grandi"
Bobby Fisher ad un giornalista.

Muore divenendo leggenda il 17 Gennaio del 2008, in Islanda, a causa di un'insufficienza renale, nella città dove vinse il famigerato match del secolo.