5.8.11

O Captain, my captain!

Altra leggenda cinematografica, venerata da queste parti come una sorta di profeta, è la storica e scorbutica figura del Capitano Quint, ne "Lo squalo"





Lupo solitario e maleducatissimo, solca i mari accompagnato dalla sua bagnarola galleggiante, una sorta di museo del macabro, piena di mascelle -Da qui il titolo originale del film, Jaws- di tutti gli altri pescecani catturati nel corso degli anni.
Iracondo, violento e tremendamente testardo, nonchè sincero, paziente e preparato, sembra una sorta di fusione tra  Charles Bukowski e il Capitano Achab. Impossibile non rimanere a bocca a perta, quando si cintura alla sua sedia di pesca d'altura, con le mani che stringono la canna -da pesca, eh.- e i piedi che cercano il giusto assetto sul fondo della barca.
Folgorante l'irruzione in scena nel film, dove il nostro eroe interrompe una riunione comunale, facendo stridere le unghie su una lavagna, aaaaarrrggghhhhh!!!, e spiega che, dietro onesto compenso, 10 000 dollari, ci penserà lui a mettere fine all'egemonia del grosso mammifero.
Altra perla immortale del film, è sicuramente la scena in cui cantano tutti ubriachi una tipica canzone "da mare" -non mi viene un altro aggettivo per definirla- poco dopo aver fatto a gara di cicatrici e abrasioni varie.


Se non avete mai visto questa scena -e mi domando come sia possibile- guardatela, ne vale la pena.
E poi cazzo, alla fine (al min. 5) c'è pure quella canzoncina che io vorrei tanto come suoneria.

Insomma, un altro grande characters regalatoci da quel geniaccio di Spielberg, un personaggio indimenticabile.
Muore divenendo leggenda (cinematografica) il 10 Luglio del 1975, a largo di Long Island, divorato -non senza aver lottato- dallo stesso squalo divenuto per lui, una sorta di ossessione.

Genio.


Addio Quint, anche se soffro terribilmente il mare e vomito persino stando sul materassino al mare, avrei fatto volentieri il mozzo sulla tua "nave".
Qualche cicatrice ce l'ho, e la canzoncina la conosco tutta a memoria.

4.8.11

Not Penny's boat

Un'altra morte, sempre in ambito cinematografico, che non andrebbe MAI dimenticata è quella di Charlie Pace.


Volto ai più conosciuto per aver interpretato, nel Signore degli anelli, il personaggio di Brandybuck.
Anche in Lost riesce a ritagliarsi un "piccolo" ruolo da protagonista, divenendo, poco prima della sua morte, uno dei miei personaggi preferiti della serie.
La sua tossicodipendenza, il fatto di essere una rock star, l'overdose in aereo e i suoi immancabili cerotti sulle dita, con le parole che cambiano di volta in volta, l'hanno reso un character eccezionalmente complesso, e sicuramente difficile da dimenticare.
Da antologia la sua storia d'amore, a tratti quasi platonica, con Claire, dove l'alchimia che si instaura tra i due, e che cresce di episodio in episodio, sfocia in uno dei più bei baci mai apparsi sullo schermo.
Indimenticabile la sequenza in cui Charlie riassume la sua vita, scandendola attraverso i suoi 5 attimi migliori di vita.
Tostissima, potentissima, da pelle d'oca, insomma la puntata di Lost da me preferita.

5 "La prima volta che mi sono sentito alla radio"


4 "Papà che mi insegna a nuotare in piscina"


3 "Il natale in cui Liam mi da l'anello"


2 "La donna fuori da Covent Garden che mi chiama eroe"


1 "La sera che ti ho incontrata"


Muore divenendo leggenda (cinematografica) il 9 Maggio del 2007, per annegamento, nella 20° puntata della 3° stagione, L'uomo dietro le quinte.

Addio Charlie, ci fossimo incontrati qualche anno prima saremo potuti andare in overdose spiaggia assieme, mi accontento di essere vivo e di averti conosciuto.

3.8.11

The lion sleeps tonight

Iniziamo questa nostra piccola disgressione meta-cinematografica, con una delle morti più dolorose nell'ampio panorama delle serie Tv.

Simon Adebisi.





Detenuto n° 93A234 della stratosferica serie "Oz", viene principalmente ricordato -oltre che per il curioso modo di portare il cappellino- per la quantità smisurata di volte in cui grida, mostrandolo, "voglio che qualcuno mi succhi il cazzo!"
(Impossibile dimenticare il piccolo siparietto con la detenuta Shirley Bellinger)
Grande consumatore di tette (eroina) e dotato di forza sovraumana, gira indisturbato per Oz con  il suo famoso cappello, le sue cuffie appoggiate al collo, una camicia rigorosamente slacciata e due calzini di diverso colore.
Quando due Italiani, Pancamo e Peter Schibetta, tentano di aggredirlo in mensa, al primo fracassa semplicemente il cranio con una latta di passata di pomodoro(!), al secondo gli fa il culo.
Letteralmente.
Meglio la latta in testa, che il cazzo di Adebisi in culo.



Per qualche puntata sembra aver acquistato una strana calma interiore, ma quando viene trovato accoltellato un africano da poco arrivato ad Oz, responsabile del suo cambiamento e riconciliazione con il popolo africano, Adebisi impazzisce e torna la bestia che era.
E questo grazie anche all'ingresso -momentaneo- del nuovo direttore del Paradiso -il nero Martin Querns-
che sostituisce il bianco Tim McManus.
Querns in cambio della promessa, da parte di Adebisi, di tenere sotto controllo la violenza ad Oz, lascia al nostro eroe carta bianca all'interno del proprio acquario chiudendo un occhio, e a volte entrambi, sulle festicciole a suon di tette, riprese video e ladyboy che Simon organizza con i suoi fratelli.
Poche settimane in questo stato e Adebisi diventa una sorta di reietto, avendo soddisfatto tutte le sue voglie e sapendo, o meglio, avendo realizzato, di dover passare tutta la vita in carcere.
Muore divenendo leggenda (cinematografica) il 30 Agosto del 2000, alla fine dell'ottava puntata nella quarta stagione, per mano dell' imam Kareem Said.

Addio Adebisi, senza te Oz non è più stata la stessa e anche se  probabilmente mi avresti inculato a sangue, voglio dirtelo lo stesso:
Ti ho voluto bene.

1.8.11

It's bad for ya

Altro commediante molto apprezzato da queste parti e altra leggenda da consegnare ai posteri:
George Carlin.
O come amava definirsi lui, Vecchio Stronzo. (Old Fuck)



Nato nel '37 a New York era e rimarrà uno dei massimi esponenti -insieme al già citato Pryor- della standup comedy, differendo però da quest'ultimo non tanto per i temi trattati, quanto per il modo in cui vengono approcciati.
Sua particolare "ossessione" la religione e,  in particolare, la Chiesa, dove, nei suoi particolarissimi sproloqui fa a pezzi tutti i dogmi e le convinzioni che questo club millenario si porta dietro.
Vera e propria icona in America, qui da noi è sostanzialmente sconosciuto -se non per una piccola parte in Scary Movie-
Autore raffinato e gentile, quanto "cattivo" e volgare come ha dimostrato nel suo più famoso sketch "Seven dirty words", che gli costò una denuncia e il conseguente arresto da parte della Federal Communications Commission, che, un po' come funziona adesso, anzichè stroncargli la carriera, lo elevò a status di persona scomoda al Potere aprendogli le porte del successo interplanetario.
Questo anche, chiaramente, per merito del suo smisurato talento.
Muore divenendo leggenda il 22 giugno 2008 per arresto cardiaco a Santa Monica, California.